Necropoli Is Loccis Santus
La necropoli di Is Loccis Santus, costituita da 13 sepolture a domus de janas, è una delle più importanti del Sulcis, insieme a quella di Montessu a Villaperuccio.
Gli studiosi ascrivono il suo primo utilizzo, con lo scavo delle grotticelle, al Neolitico Recente, intorno al 3000 a.C., quando in tutta la Sardegna si diffuse la Cultura di Ozieri.
Chiesa di Santa Maria di Palmas
Tra le costruzioni della prima fase dell’architettura romanica in Sardegna si annovera la chiesetta di Santa Maria di Palmas (Località Palmas nei pressi della SS 195, poco dopo il ponte sul rio Palmas.), ricordata per la prima volta nelle fonti documentarie nel 1066, quando il giudice di Càlari Orzocco-Torcotorio I de Lacon-Gunale ne fece dono ai monaci Cassinesi, insieme ad altri cinque titoli, fra i quali la non lontana chiesa di Santa Marta a Villarios.
Nuraghe Candelargiu
Si tratta di un Nuraghe edificato a 13 metri di altezza, ricoperto di terra fino quasi all’architrave di quello che doveva essere l’ingresso principale.
E’ un poderoso Nuraghe in andesite, a pianta trilobata, frutto dell’aggiunta di due torri secondarie davanti al mastio, collegato da muri che cingono un cortile centrale.
Chiesa di San Giovanni
Intitolata a San Giovanni Battista (anche se secondo alcuni anziani si tratterebbe di San Giovanni Evangelista), la chiesa è sconsacrata e in avanzato stato di rovina.
Realizzata in calcare e trachite locali, si conservano oggi solo la facciata nella sua parte inferiore e alcuni tratti del fianco settentrionale, dove si individuano una monofora e una porta architravata sormontata da una lunetta a tutto sesto, entrambe oggi tamponate.
Centrale Termoelettrica di Santa Caterina
Entrata in funzione nel 1939, la centrale di Santa Caterina è uno degli esempi più significativi di archeologia industriale del Sulcis e testimone efficace dello sviluppo industriale di questa regione nella prima metà del ‘900.
Saline
La Salina di Sant’Antioco si estende su una fascia pericostiera lunga circa 20 km, per una profondità massima di circa 3 km.
Realizzata nei primi anni sessanta mediante opere di regimazione e collegamento di lagune costiere esistenti, entrò in produzione nel finire dello stesso decennio.
La superficie utile coperta dalle acque, variabile stagionalmente, è di circa 1500 ettari, suddivisa, in ragione delle funzioni assolte per l’attività produttiva, in evaporante (1300 ettari) e salante (200 ettari).
La Chiesa è costituita da una sala rettangolare delle dimensioni di m 10.50×4.4 con un allargamento del presbiterio nella parete sud delle dimensioni di m 2.9×1.75.
La facciata anteriore a capanna è andata distrutta, mentre quella posteriore quasi intatta presenta una piccola nicchia con arcata monolitica lavorata e leggermente spostata verso sud rispetto all’asse della navata;essa veniva utilizzata per l’alloggiamento del santo.
Medau is Loccis Santus
I medaus sin dal ‘700 punteggiano tutto il territorio del Sulcis ed in particolare quello di San Giovanni Suergiu, dove se ne contano ancora circa 60.
Si trattava di piccoli agglomerati (i più grandi contano una ventina di case o poco più) in cui abitavano le famiglie che lavoravano i terreni circostanti o vi pascolavano il bestiame e spesso prendono il nome proprio dalla famiglia principale o che per prima vi era andata a stare.
Nuraghe Trullu
Sulla sommità dell’omonima collina si trovano i resti del Nuraghe Palmas, conosciuto anche come Nuraghe Trullu.
Si tratta di un’architettura presumibilmente a pianta trilobata, anche se – così come per il Castello – la mancanza di regolari indagini non consente di spingersi oltre nelle ipotesi.
Castello di Palmas Vecchio
Lo spopolamento della costa sulcitana e in particolare della città di Sulci nei secoli dell’alto medioevo portò con sé un incremento significativo della popolazione delle aree che accolsero chi fuggiva dai territori ormai divenuti poco sicuri e tra queste quella in cui si trova l’attuale frazione di Palmas.
Trincee sotterranee e architetture della II Guerra Mondiale
Nel Secondo Conflitto Mondiale la Sardegna ha avuto un ruolo di primo piano per la sua posizione geografica. In tale contesto si è reso necessario assicurare all’Isola un’adeguata protezione, capace di contrastare un’eventuale offensiva aerea ed un possibile attacco dal mare.